26 mag 2009

I Sindaci chiudano la 106 per protesta contro l'ANAS

Rispetto allo stato comatoso e vergognoso di una SS106 ionica sulla quale da anni non si vede alcuna sostanziale novità, nonostante richieste appelli morti e continue promesse non mantenute, è necessario adesso che i Sindaci ed i rappresentanti istituzionali di questo territorio assumano direttamente scelte più coraggiose per tutelare la sicurezza dei cittadini che hanno assistito, fino ad oggi, a ripetute prese in giro di quanti hanno avuto competenze specifiche su questo tratto di strada.

Una nuova stagione estiva è alle porte e, dopo l’ennesimo show di parole al quale abbiamo assistito nei mesi passati la realtà sotto i nostri occhi racconta di una mulattiera sulla quale nessun intervento di nessun tipo è stato posto in essere dall’ANAS, salvo –come è noto- tappare provvisoriamente le famose buche, divenute ormai la fotografia costante di una telenovela da terzo mondo. Le attese turistiche e commerciali dell’intera area e di quanti stanno investendo con consapevolezza nella imminente stagione estiva saranno inevitabilmente frustrate dalle condizioni incivili dell’unica arteria di collegamento tra la Calabria ionica ed il resto del mondo che ci presenta agli occhi dei tanti ospiti che questa estate arriveranno nel nostro territorio in maniera indecorosa rispetto a quelle che sono le potenzialità turistiche di tutta la zona.

INVITO I SINDACI A VALUTARE L'IPOTESI DI CHIUDERE LA SS106, IMMEDIATAMENTE, CON ORDINANZE SINDACALI!

Non solo provocatoriamente. Ogni Sindaco, emani nei prossimi giorni, congiuntamente e simultaneamente, diverse e rispettive ordinanze sindacali che impongano la chiusura della SS106, nei tratti urbani di propria competenza. I Sindaci hanno il dovere ed il potere di assumere questa scelta, forte, per porre fine quanto meno ad un silenzio assordante che, ciclicamente, dopo qualche bufera strumentale o qualche finta risposta estorta a chi di competenza, ritorna ad incombere su questa vergogna nazionale.

Perché la SS106 resta la più eloquente vergogna nazionale ed il più tangibile fallimento dell’unità nazionale, sulle cui diverse e consolidate responsabilità storiche di un’intera classe politica nazionale, è onestamente difficile fare delle distinzioni.

Rispetto a questo handicap ma soprattutto rispetto alla cappa di silenzio che pretenderebbe ammutolire quanti, ogni giorno, subiscono disagi e si vedono limitato il loro diritto alla mobilità, è improcrastinabile un’azione determinata e decisa dei primi cittadini di quest’area, con l’obiettivo di richiamare seriamente e non con le chiacchiere l’attenzione dell’ANAS e del Governo nazionale su questa situazione oltre ogni limite di sopportazione. OCCORRE A QUESTO PUNTO CREARE DISAGI SERI. Solo in questo modo, forse, riusciremo a spezzare l’omertà istituzionale e dell’ANAS su questo capitolo aperto e preoccupante della mancata integrazione italiana, figuriamoci europea.
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