Spett.Le dott. Paolo Pollichieni
Direttore Responsabile Corriere della Calabria e l’Altro
Corriere
C/O email redazione@corrierecal.it info@laltrocorriere.it
E P.C. Presidente Ordine Giornalisti Calabria
Diritto di
Replica - Rettifica
Egregio Direttore, in riferimento
all’articolo senza firma intitolato <>, pubblicato sulle pagine de “Il
Corriere della Calabria” e de “L’Altro Corriere” all’indirizzo https://www.laltrocorriere.it/cariati-pd-garantista-la-sindaca-denunciato-clan,
Le chiedo espressamente, a norma della legge sul diritto di replica, di
pubblicare sulla medesima testata la presente mia missiva.
Nei giorni scorsi il Partito Democratico
di Cariati ha dovuto contrastare, a mezzo di un comunicato stampa, illazioni
diffamatorie apparse su un quotidiano locale – “La Provincia” -, di proprietÃ
del gruppo I Greco, attraverso le quali si insinuava che le dimissioni di otto
consiglieri comunali, avvenute il giorno 3 u.s., sarebbero state finalizzate ad
ostacolare una pretesa azione antimafia condotta dalla sindaca decaduta,
Filomena Greco.
Sin qui nulla che possa
riguardare Lei o il Suo giornale.
Senonché, nella giornata di ieri,
quasi a replicare al predetto comunicato del PD cariatese e con un tempismo più
che sospetto, compariva nel Suo giornale l’articolo senza firma di cui è sopra
riportato il titolo, anch’esso palesemente di parte e finalizzato a travisare i
fatti. L’autore, profondo conoscitore della realtà cariatese e con il fine –
tutt’altro che recondito – di promuovere, in vista dei prossimi appuntamenti
elettorali, una ben individuata parte politica, anzi un potentato
politico/finanziario/mediatico di recente “resistibilissima” ascesa, cerca di dividere
artatamente i cariatesi in “buoni” e “cattivi” arrogandosi l’autorità morale di
distribuir loro “patenti” di onestà /disonestà .
A replicare a tale ennesimo – e
per niente sorprendente – tentativo di disinformare i cittadini “elettori”
penserà – se lo riterrà – il PD di Cariati.
Quel che invece è di mio
interesse personale e che in alcun modo posso lasciar cadere nel silenzio è la
chiusura dell’articolo in questione, ove – con fare intimidatorio e paramafioso
– viene inserito il mio nome accostandolo – in maniera del tutto gratuita – ad
un’indagine in corso.
Nel respingere al mittente “bicefalo”
- giacché quanto mai composto da un mandante ed un esecutore – le becere
insinuazioni di cui vengo fatto segno, confermo il mio sostegno e la mia
vicinanza, umana e politica, ai tanti ristoratori calabresi che, a costo di
grandi sacrifici, conducono onestamente il loro lavoro, con risultati di
eccellenza unanimemente riconosciuti a livello internazionale.
A quanto mi è dato sapere, alcuni
di questi ristoratori onesti sono soci dell’associazione in questione che è
nata per promuovere, valorizzare e tutelare la Cucina italiana in Germania. Se
la stessa sia stata o sia tutt’ora oggetto di pressioni criminali da parte
della ‘ndrangheta lo verificherà la magistratura che sta procedendo. Di certo
io – non essendo un ristoratore – di questa associazione non sono mai stato
socio ne, ad alcun titolo, ne sono stato parte.
Alla stessa magistratura e alle forze
di polizia, impegnate quotidianamente in un immane sforzo d’indagine contro la
malapianta del crimine organizzato che avvelena la nostra terra, come cittadino
calabrese, confermo il mio massimo apprezzamento e la mia incondizionata
gratitudine.
Proprio per non vanificare i sacrifici
dei magistrati, degli uomini delle forze dell’ordine e di tutti coloro che
nelle istituzioni o da semplici cittadini si oppongono quotidianamente alla
presenza pervicace e pervasiva della mafia, ritengo che non si debba permettere
ad alcuno – fazione politica, singolo avventuriero o potentato
politico/finanziario/mediatico che sia – di strumentalizzare questo tema e di
piegarlo ai propri interessi.
È necessario, piuttosto, che la
maggioranza dei calabresi onesti – ai quali rivendico con forza la mia appartenenza-
rinserrino le fila per difendere la Calabria sana, ispirata ai valori della
legalità , della trasparenza e della convivenza civile e democratica.
Una Calabria che ha senz’altro bisogno
di una magistratura e di forze dell’ordine che operino concretamente così come
sta avvenendo con l’indagine “Stige”, ma che necessita come il pane di un
confronto politico e democratico libero sia dalla pervasività della
‘ndrangheta, sia dalla sistematica disinformazione di massa posta in essere da
taluni.
Mi dispiace doverlo dire, egregio
Direttore, ma credo proprio che, con l’articolo in questione, il Suo giornale
non abbia reso un buon servizio a questa causa.