31 dic 2020

Consiglio comunale di Cariati svilito e inadeguato a rappresentare gli interessi dei Cariatesi

Si è tenuto questa mattina il consiglio comunale di Cariati convocato in via “urgente” l'ultimo giorno dell'anno per discutere il solo punto all’ordine del giorno “conferma delle tariffe per l’applicazione della tassa sui rifiuti (TARI) – anno 2020 e piano economico e finanziario”.

Un punto importate portato in consiglio all’ultimo giorno utile e senza alcuna possibilità di approfondimento o di modifica dello stesso da parte di una maggioranza che continua a dimostrare tutta la propria arroganza politica e il proprio menefreghismo di fronte ai tanti problemi che la nostra comunità sta vivendo.

Oltre ai soliti numeri farlocchi contenuti nella proposta di delibera sottoposta al consiglio e sui quali nessuno della maggioranza ha saputo dare chiarimenti o voluto fare correzioni, non si è inteso inserire nessun provvedimento di aiuto in favore delle categorie produttive della nostra comunità che a causa del COVID sono state costrette a chiudere le attività per molti mesi e che continuano ad essere ancora oggi in forte sofferenza economica.

Così come nessuno sconto ai Cittadini cariatesi è stato applicato nonostante per i primi 6 mesi dell’anno siano stati costretti ad avere le case e le strade invase dalla spazzatura che non veniva raccolta.

Eppure, il legislatore nazionale ha consentito di poter attuare politiche di aiuto che in questo momento di difficoltà avrebbero dato un segnale incoraggiante ed importante per moltissimi nostri concittadini.

Dal piano finanziario approvato oggi dalla sola maggioranza si evince che i costi per il servizio di raccolta rifiuti, nonostante la tanto sbandierata differenziata che avrebbe dovuto portare risparmi per i cittadini, sono aumentati negli ultimi 2 anni di circa il 20% passando da 1 milione 145 mila euro a 1 milione 343 mila.

Oggi si è avuta l’ennesima conferma dell’assoluta inadeguatezza di questa maggioranza e di questo consiglio comunale, nel quale si vota il più delle volte senza nemmeno sapere ciò che viene sottoposto a votazione, ad operare nell’interesse collettivo di Cariati dei Cariatesi.

5 dic 2020

Il Consiglio comunale di Cariati sembra una puntata di "Scherzi a Parte"

Il Consiglio comunale di Cariati convocato per oggi dalla minoranza per discutere della riapertura dell'ospedale di Cariati, si è concluso, come sempre accade, con posizioni differenti tra i vari gruppi consiliari presenti in consiglio comunale. 

E' evidente ormai che le posizioni in tema sanitario siano opposte ed inconciliabili e che il sindaco e la maggioranza che lo sostiene continuino a giocare su un tema di vitale importanza per tutto il territorio. 

Per sfuggire dalla necessaria unità che si dovrebbe avere in questo periodo cruciale per le sorti del nostro ospedale, si mettono in atto, come al solito, strategie politiche che servono solo a sviare i termini del confronto ed a non produrre atti concreti che servono, come mai prima, alla riapertura dell'ospedale. 

Di fronte a tali atteggiamenti, alle persone libere e, soprattutto, senza interessi in campo sanitario, non resta che proseguire tale battaglia senza tenere in considerazione l'istituzione che maggiormente sarebbe preposta ad esercitare il ruolo guida. 

Mi auguro che i cittadini che stanno da giorni lottando per portare all'attenzione dei decisori questa problematica, possano riuscire nell'impresa di riaprire l'ospedale di Cariati. 

Questo il mio intervento nel consiglio comunale di questa sera.




2 dic 2020

Mettere mano immediatamente alla rete ospedaliera regionale.

L’ospedale di Cariati aveva nel 2008 62 posti letto e costava al servizio sanitario regionale calabrese circa 7 – 8 milioni di euro all’anno. Il tasso di occupazione della struttura era dell’81,46%, a fronte di una richiesta minima del 75%, e i costi venivano interamente coperti da una produzione ospedaliera che riusciva addirittura a far chiudere i bilanci in attivo. 
Il solo reparto di ostetricia e ginecologia, nel quale nascevano più di 500 bambini ogni anno, produceva DRG (raggruppamenti omogenei di diagnosi – unità di misura della produzione delle strutture ospedaliere) per oltre 1,5 milioni di euro. Il tutto con due medici e personale paramedico ridotto, con numeri ampiamente maggiori rispetto ad altre strutture della nostra regione che avevano comunque a disposizione dotazioni organiche completamente diverse. 
Nonostante questi dati, che erano unici nel panorama sanitario regionale, il 2010 il commissario Scopelliti, per scelte esclusivamente politico – demagogiche, decise di chiudere l’ospedale di Cariati insieme ad altre 17 strutture della nostra Regione. Era facile per il commissario e per la pletora di dirigenti strapagati venuti dal nord calcolare su una cartina geografica i chilometri che distanziavano Cariati da Rossano, o da Crotone, o da Cosenza, senza tenere in alcuna considerazione il sistema infrastrutturale territoriale e, soprattutto, la strada statale 106. La scelta di Scopelliti & C., supportata anche da nostri concittadini, che come si ricorderà raccolsero firme a sostegno di quella scellerata decisione, lasciò il territorio senza alcuna copertura sanitaria e privò tutti i cittadini del nostro territorio di quel diritto alla cura e alla salute sancito dalla Costituzione della repubblica. 
Nessuno dei commissari governativi inviati dallo stato in Calabria in questi 10 anni ha mai voluto sentir parlare di riapertura del nostro ospedale. Tutti hanno messo sempre davanti a quel diritto i conti della sanità, che a dire loro, rappresentanti dello stato, erano più importanti della vita delle persone. 
Negli ultimi quattro anni, il palese conflitto di interesse di chi gestisce il nostro comune, ha impedito che si parlasse seriamente della riapertura dell’ospedale di Cariati. I compitini preconfezionati ponevano sempre la richiesta di una casa della salute che, per come dicono gli esperti, non serve assolutamente al territorio ed è in antitesi con la riapertura del nostro ospedale. Solo oggi, di fronte ad una concreta riapertura, qualcuno, con la faccia di bronzo che si ritrova, si ricorda di parlare anche di ospedale pubblico a Cariati. 
Sarebbe bastato trovare nel bilancio miliardario della sanità calabrese solo 8 milioni di euro. Eppure quei commissari inviati dallo stato a gestire la nostra sanità non hanno mai avuta la volontà di trovarli nei meandri di un bilancio che ogni anno eroga, però, in favore delle cliniche private della nostra regione oltre 250 milioni di euro. 
8 milioni e più sono gli euro che l’azienda sanitaria di Cosenza, guidata da tempo da commissari, per lo più amici degli amici, che difronte alla richiesta disperata del nostro territorio di riaprire l’ospedale pubblico, ha sempre fatto orecchie da mercante e poi, ahinoi, ha pagato a quei privati della sanità fatture per decine di milioni di euro per prestazioni di cui non vi è traccia all’interno dell’ASP. 
Un sistema collaudato di malaffare che, con la complicità di uno stato che attraverso i suoi commissari inviati in Calabria ha fatto finta di non vedere e non sapere, ha portato al tracollo la sanità calabrese. Uno stato che ha, però, di proposito penalizzato i cittadini che, in nome della tenuta dei conti, si sono visti cancellare il sacrosanto diritto alla cura. 
Sembra ora, con l'attenzione mediatica di queste settimane che le cose possano seriamente cambiare e che si è preso finalmente coscienza di questo fallimento totale della gestione della sanità calabrese. 
Mi auguro si possa aprire al più presto un dibattito serio, concreto e fattivo che sia capace di mettere finalmente al centro di ogni azione la tutela dei diritti dei cittadini, che chiuda i pozzi senza fondo della sanità privata e che, soprattutto, risarcisca i cittadini di quei territori come Cariati che 10 anni fa, per scelte scellerate, sono stati costretti a pagare il prezzo più alto in termini di offerta sanitaria di tutta la regione Calabria.
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