Solo per garantire un minimo di equilibrio nell’informazione pubblica locale, troppo spesso imputridita offesa ed avvilita da comportamenti non professionali né civili di chi, notoriamente, si serve della corrispondenza solo per assecondare umori, simpatie/antipatie o –peggio- interessi personalissimi, mi vedo costretto a trasmetterVi il diritto di replica/rettifica del quale ho usufruito, nei giorni scorsi, rispetto a talune dichiarazioni, offensive nei confronti della società di comunicazione e lobbying ,della quale sono titolare. Le citate dichiarazioni sono state riportare sulle pagine de “Il Quotidiano” che, prontamente, attraverso la professionalità del corrispondente locale Pasquale LOIACONO, non ha esitato a garantire al sottoscritto né più né meno del diritto riconosciuto da leggi e deontologia professionale. Quelle stesse dichiarazioni, quello stesso articolo, è stato poi pubblicato sulle pagine della testata giornalistica “Il Ponte”, diretta da Leonardo RIZZO al quale ho, quindi, chiesto di pubblicare la mia replica. NULLA DA FARE. Il Direttore RIZZO, “decano della stampa locale”, a quanto pare (però non è certo la prima volta) disconosce la legge ed ancor di più la deontologia professionale, non pubblicando –per l’ennesima volta- la replica inviatagli. Del resto, lo ripeto, non si tratta di una novità , atteso che sul sito de “Il Ponte” non trova praticamente spazio, da mesi ormai, alcuna notizia/informazione trasmessa da quanti, in questo momento storico, per ragioni evidentemente note al solo Direttore de “Il Ponte”, risultano persone non gradite e/o forse nemici da contrastare in ogni modo. E’ documentato e verificabile: nessuna notizia, sia essa istituzionale sociale o politica, derivante trasmessa o anche soltanto indirettamente riconducibile ad una qualsiasi delle persone non gradite, in questa fase, al Direttore RIZZO, può essere pubblicata su “Il Ponte”. Ecco la professionalità del “decano del giornalismo locale”! Ecco la qualità dell’informazione offerta ai navigatori dal Direttore de “Il Ponte”! Ecco la tanto sbandierata, ma praticamente inventata, libertà di stampa di cui continua a vantarsi, a vanvera, un sito che, quanto meno per i metodi che traspaiono all’esterno (forse ci sbagliamo), potrebbe essere paragonato soltanto alla “PRAVDA” sovietica, nella fase staliniana. QUESTA È SOLTANTO CENSURA.E BASTA.
19 feb 2009
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