9 set 2014

Intervista de "L'Eco dello Jonio" del 5 settembre sulla candidatura alle prossime elezioni regionali

«Il territorio, dalla Sibaritide al Pollino, deve ritornare a essere rappresentato all’interno delle massime assisi calabresi, per affrontare questioni territoriali che, per la latitanza o la colpevole disattenzione dei rappresentanti di quest’area, si sono aggravate esponenzialmente. La dolosa spoliazione dell’offerta sanitaria, con la chiusura degli ospedali di Cariati e Trebisacce; il taglio dei pochi treni rimasti sulla linea jonica; le trivellazioni delle multinazionali del petrolio nello Jonio; l’esplosione della crisi dei rifiuti, dopo i vani tentativi di portare altre discariche nel basso Jonio; l’assenza di interventi per il dissesto idrogeologico e lo spopolamento inarrestabile dei centri montani, soprattutto della Sila Greca, sono solo alcune delle questioni urgenti da affrontare».
Così esordisce Leonardo Trento, con un lungo curriculum di amministratore alle spalle, nonostante la giovane età, e la passione politica nel DNA.
«Nel clima di incertezza totale, che caratterizza la politica calabrese – prosegue l’esponente politico – io do per certa la mia candidatura alla Regione! Spero soltanto che l’accordo Partito democratico-Partito Socialista Italiano, sotto il simbolo del PSE, che ha visto una straordinaria affermazione alle elezioni europee, possa essere riproposto anche per le prossime regionali. In questa cornice farò di tutto per essere candidato, da socialista, in una lista che si richiami al socialismo europeo».
Pensa che influiranno sulla prossima campagna elettorale le divisioni interne al Pd calabrese?
«Rischiano seriamente di farci perdere una elezione già vinta e di consegnare ad un centrodestra fallimentare, il governo della Regione. Purtroppo, in Calabria, il Pd dimostra di non essere un partito. Troppe lotte intestine lo distaccano dalla realtà dei territori e dai calabresi, che chiedono, ormai un improcrastinabile cambiamento. Le nuove generazioni, soprattutto, esigono serietà nell’affrontare i tanti problemi che la prossima Giunta erediterà e che sembrano spariti dal dibattito politico di queste settimane.»
Il rinnovamento basta solo predicarlo e scriverlo nei programmi, o deve riguardare anche le persone e i candidati?
«Io sono per il rinnovamento, anche e soprattutto, delle persone e dunque dei candidati. Tutti parliamo della necessità di mettere in campo un progetto concreto di cambiamento, capace di rivoltare e rilanciare la nostra Regione. Un tale progetto può essere portato avanti da chi è impelagato in logiche che poco hanno a che vedere con la Politica e che hanno ridotto la Regione nelle condizioni in cui oggi è? Vi è una parte di classe dirigente del passato che dovrebbe soltanto farsi da parte e invece è in pole position, solo per reiterare posizioni di potere autoreferenziali».
Se sarà eletto, quali saranno le sue priorità per la Sibaritide?
«La Sibaritide, ma anche il Pollino, sono stati esclusi da qualsiasi attenzione programmatoria, in questi ultimi anni di Reggio-centrismo alla Regione Calabria. Noi dovremo e sapremo invertire il modello fallimentare, imposto dall’ex governatore Scopelliti alla sua maggioranza, e mai contestato dai suoi consiglieri, inclusi quelli della Sibaritide. Il ripristino del diritto alla salute; un ripensamento dell’intero ciclo dei rifiuti, con l’introduzione di tecnologie innovative che consentano, con la raccolta differenziata, il superamento del conferimento in discarica; una radicale attenzione al mondo agricolo, incentivando il ritorno alla terra delle nuove generazioni; una inversione a U in tema di politiche per i turismi; l’impegno per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari e della metropolitana leggera fino a Crotone; una grande azione di riqualificazione, rivitalizzazione e promozione dei centri storici. Sono queste – conclude Trento –solo alcune delle priorità su cui metto la mia esperienza e la mia passione, al servizio dei cittadini di questa area e dei calabresi».
Insomma, Leonardo Trento mette nel calderone dei problemi di questi territori, tante questioni annose da affrontare, analizzare e risolvere. E quando fa riferimenti alla rappresentatività in Regione in questi anni, la stoccata non è nemmeno troppo velata.
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