27 set 2014

Navette per Sibari, ennesimo spreco della Regione Calabria. Trento: Viaggiano vuote. Il TPL resta il Buco nero della Calabria

Il trasporto pubblico locale, resta il più grande ed indecifrabile buco nero nelle risorse pubbliche di questa regione. La vicenda delle navette autobus per collegare la Sibaritide all'aeroporto S.Anna di Crotone, dimostra, semmai ve ne fosse stato ulteriore bisogno, che il TPL è lo specchio autentico dell'inefficienza e della mala amministrazione in questa nostra regione. Uno spreco perfino più grande, perché ad oggi ignoto nei suoi dettagli ed ignorato dall'opinione pubblica, di quello incancrenitosi nella sanità! Quante centinaia di migliaia di euro di soldi dei calabresi sono stati già sprecati nelle scorse settimane e si stanno sprecando ancora in questi ultimi giorni di settembre da parte della fallimentare giunta regionale di centro destra, per coprire i costi di un servizio pensato e nato male ed organizzato peggio, senza adeguata condivisione con i territori e senza alcuna promozione?

La denuncia pubblica, relativa al servizio fantasma delle navette pubbliche dalla Sibaritide all'aeroporto di Crotone, è dell'assessore provinciale al governo del territorio della Provincia di Cosenza, Leonardo Trento.

Su iniziativa della presidente facente funzioni Antonella Stasi - dichiara Trento - sono state affidate, per altro ad estate in corso, delle concessioni di trasporto su gomma, ancora una volta al di fuori di ogni logica di mercato e senza alcuna puntuale e necessaria analisi e valutazione dell'effettiva domanda e del reale bacino di utenza territoriale. In più, senza alcuna comunicazione sulle stesse: nessuno sa esattamente da dove partano e dove siano le fermate di carico nelle città del territorio. Non c'è alcuna promozione, di nessun tipo!

Siamo - continua l'assessore provinciale - alla reiterazione dello stesso assurdo meccanismo di spreco di risorse pubbliche largamente consolidatosi in questi ultimi decenni in un settore che non riesce ad essere efficace ed efficiente rispetto alle aspettative dei calabresi che ogni giorno utilizzano il sistema della mobilità pubblica. Nella nostra regione, purtroppo, non c'è alcuna reale corrispondenza tra la domanda effettiva e i bisogni di mobilità dei calabresi e la destinazione delle risorse. Prova ne è i tagli di chilometri dei mesi scorsi, che hanno isolato interi territori della nostra provincia e della nostra regione, che la regione ha posto in essere per dichiarata assenza di risorse! Non c'è territorio della regione, in particolare quelli delle aree interne, che non subisca quotidianamente l'ipoteca di un gap infrastrutturale insopportabile, ingigantito e reso però più odioso dalla continua beffa di servizi di collegamento spesso esistenti solo sulla carta.

Il caso delle navette da e verso l'Aeroporto di Crotone - aggiunge l'esponente socialista - che continueranno a viaggiare praticamente vuote fino a fine settembre o inizi ottobre rappresenta soltanto la punta dell'iceberg di una voragine finanziaria senza fine e che testimonia forse la pagina più nera dell'incapacità amministrativa di una classe politica nemica degli interessi delle comunità locali e, più in generale, dello sviluppo turistico ed economico della Calabria.

Bisogna mettere mano con urgenza ad un nuovo piano regionale dei trasporti che parta però da una reale individuazione dei bisogni dei territori e non delle sole società di autolinee e che punti a disegnare e garantire, in regime di mercato, mobilità effettiva e collegamenti reali ai cittadini di tutti i territori, superando le attuali ed intollerabili discriminazioni all'interno della stessa Calabria. Anche e soprattutto su questo fronte - conclude Trento - la prossima nuova Giunta Regionale dovrà dimostrare che invertire rotta e metodo non soltanto sarà obbligatorio ma diventerà, su tutti i settori di intervento regionale, l'unità di misura dell'ultima occasione di credibilità concessa dai calabresi e soprattutto dalle nuove generazioni alla classe politica ed al centro sinistra in particolare.

23 set 2014

Intervista di "Calabria Inchieste" del 20 settembre. "Dibattito sulla scelta del futuri governatore. Giovani con idee fresche e innovative"

Socialista per tradizione e per convinzione, Leonardo Trento è stato tra i protagonisti del "Modello Oliverio", che ha governato la provincia di Cosenza negli ultimi 10 anni. Il 41 enne cariatese, infatti, ha ricoperto nella giunta presieduta dall'aspirante governatore della Calabria, il ruolo di Assessore all'urbanistica ed al governo del territorio. Un incarico di primo piano e non facile, svolto con passione impegno e merito, ottenendo apprezzamenti unanimi. Esponente del Partito Socialista italiano, oggi è lui, anche in virtù dell'esperienza maturata in questi anni, a rispondere ai nostri quesiti ed a offrire un quadro abbastanza chiaro delle proprie idee.

D.: Sono anni che la Provincia di Cosenza non riesce ad esprimere un governatore della Calabria, anche e soprattutto perché le candidature di peso vengono assegnate dai partiti ad altre province. Senza voler essere campanilisti, Le piacerebbe che i partiti di centrodestra e di centrosinistra calabresi puntassero su un esponente della provincia cosentina quale candidato alla presidenza? Ed, eventualmente, se la sente di fare qualche nome? 

R.: Sto ribadendo, non da oggi ma da mesi, che vi è necessità di condividere, confrontandosi seriamente con tutti i territori, un percorso programmatico, di metodo, sui contenuti e sulle emergenze che questa regione eredita irrisolte da decenni. Nella situazione drammatica nella quale versa oggi la nostra terra, agli ultimi posti di tutti gli indicatori di sviluppo, onestamente l’ultimo problema da porsi è quello della provenienza territoriale o meno del futuro Governatore. È soltanto sui contenuti, sulla credibilità o meno di programmi alternativi al fallimento plateale del centro destra e sulla capacità di saper interpretare quel radicale cambiamento di rotta richiesto dai calabresi che dovrebbe incentrarsi un vero confronto politico per la guida della prossima giunta regionale. E per offrire quelle garanzie, sulle quali l’elettorato calabrese, soprattutto quello giovanile, questa volta non farà sconti a nessuno, non serve affatto la residenza dell’eventuale candidato a Governatore. 

D.: Cosa serve alla Regione Calabria per essere realmente produttiva? 

R.: Quattro cose semplicissime, ma che richiedono, nel prossimo Governatore e nella sua squadra, la riconoscibilità coerente di quelle caratteristiche e garanzie cui accennavo prima: 1) una ristrutturazione della programmazione comunitaria con una individuazione differenza delle misura di spesa che eviti innanzitutto la frammentazione delle risorse; 2) una revisione in chiave meritocratica e generazionale dell’attuale dirigenza regionale; se c’è un’ipoteca sui prossimi esecutivi regionali è quella di una burocrazia autoreferenziale, frenante ed incapace di svolgere il ruolo per cui viene pur lautamente pagata; questo è uno spreco di cui non abbiamo più bisogno; 3) una diffusa capacità di ascolto dei territori di tutte e cinque le province; non dobbiamo passare dal Reggio-centrismo di Scopelliti & C. al Cosenza-centrismo o altre formule neo-medioevali di concezione della politica o del governo di una regione che è invece grande, estesa e complessa; serve, al contrario, saper leggere e governare tutte le emergenze ed al tempo stesso tutte le infinite opportunità di sviluppo che tutti i territori hanno e rivendicano; dobbiamo saper ridare competitività complessiva al sistema ed al brand Calabria, settore per settore; 4) sottrarre, soprattutto i fondi europei, alla burocrazia regionale, dimostratasi inetta su questa grande occasione miseramente persa (da decenni, non soltanto negli ultimi anni!); la nuova giunta regionale dovrà, quindi, avere come propria priorità il suo riposizionamento intelligente nelle dinamiche e nelle sedi comunitarie, a Bruxelles e la formazione di una élite di giovani euro-progettisti ai quali affidarsi per evitare di perdere anche i fondi della programmazione 2014-2020. Da queste premesse di metodo e che devono tracciare una inversione di tendenza si dovrà partire – e questo è il quarto punto – per rivedere completamente la programmazione regionale del fondi europei, avendo come obiettivo l’azzeramento del gap infrastrutturale attuale. 

D.: Etica e politica: secondo lei gli inquisiti del Consiglio Regionale dovrebbero dimettersi? 

R.: Il mio punto di riferimento resta la Costituzione della nostra Repubblica e, quindi, il diritto di difesa e la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. E su questo principio e metodo di civiltà giuridica non credo possano essere consentite eccezioni, tanto più se forzate, come accade ciclicamente nel nostro Paese, da ondate di giustizialismo mediatico. Credo e confido sempre nella distinzione dei ruoli e dei poteri all’interno del nostro ordinamento. Ciò detto, sulla classe politica incombe oggi soprattutto un onere che va anche oltre il dettato costituzionale o l’applicazione dei codici: bisogna saper fare pulizia all’interno degli stessi partiti e movimenti e comunque presentare all’elettorato rappresentanti lontanissimi da qualsiasi forma di sospetto. 

D.: Lei crede che un Consigliere Regionale sia privilegiato rispetto a indennità, benefit e vitalizi? 

R.: Va rivisto complessivamente il costo della politica o, se si preferisce, il costo della democrazia in questo Paese. Non faccio sicuramente parte di quelli che sventolano populisticamente il vessillo dell’azzeramento di quei costi, che sono fisiologici e che garantiscono un eguale accesso alle cariche elettive pubbliche senza distinzioni economiche. Vanno riviste certamente le indennità dei consiglieri regionali e soprattutto la spesa fino ad oggi incontrollata destinata ai gruppi consiliari, dimostratasi in molti casi purtroppo un odioso e vergognoso privilegio, anche e soprattutto in Calabria! Vi sono delle indagini in corso e credo ne vedremo delle belle! Una cosa è certa, se si chiedono sacrifici all’intera comunità nazionale, è obbligatorio che la Politica, nel suo insieme dia il primo e concreto esempio di tagli e sacrifici. Cosa che purtroppo oggi non sta facendo.

18 set 2014

Iniziativa di promozione del territorio in Russia. Regione Calabria totalmente assente ed ennesima occasione persa. 9 Comuni ionici hanno aderito al progetto Città di Bisanzio

Turismi, non c’è occasione che la Regione Calabria, rimasta inspiegabilmente priva di un assessore al ramo per anni, non abbia perso. Come, ad esempio, quella storica ed importante di progettare e condividere iniziative comuni nell’ambito dell’anno incrociato del turismo italo-russo. La Calabria è del tutto assente sul sito ufficiale dedicato a questo appuntamento strategico. Un’assenza ed un’impreparazione che è ancor più grave se si considera che: 1) obiettivo dell’Anno del Turismo era ed è far scoprire ai turisti russi l’Italia sconosciuta”, meta ideale del turismo destagionalizzato, costituita dalle Regioni e dalle destinazioni meno note, dai siti Unesco e dai Borghi, dalle città d’arte minori che raccontano, non meno di Roma, Venezia e Firenze, secoli di storia, di cultura e di arte italiana e mondiale; 2) il turismo – come ha sostenuto l’Ambasciatore Italiano a Mosca Cesare Maria Ragaglini – rappresenta uno degli aspetti più dinamici delle relazioni tra l’Italia e la Russia e non conosce crisi, che sia essa internazionale, politica o economica. Nonostante il gap infrastrutturale rappresenti una difficoltà oggettiva per il target russo, ci un accesso veloce assai al territorio impossibile per i turisti provenienti dalla Russia e dal nord Europa, un plauso va dato al progetto che si è messo in cantiere. C'è la necessità che i GAL facciano un ulteriore sforzo e si adoperino per formare e preparare il territorio ed in particolare gli operatori turistici e commerciali ad una ricettività che consenta ai turisti Russi ma stranieri più in generale di essere accolti nel miglior modo possibile nel territorio. L’obiettivo vero, infatti, resta quello di far ritornare il turista! 

È quanto ha dichiarato l’assessore al governo del territorio della Provincia di Cosenza Leonardo Trento intervenendo all’evento dal titolo “Promozione e commercializzazione dell’offerta turistico-culturale delle Città eredi di Bisanzio” svoltosi ieri (lunedì 15) a Roseto Capo Spulico, promosso dall’ACEB presieduta da Igor Danilov e dall’Associazione per lo sviluppo dell’alto ionio “Umberto Pagano”. – Oltre a Trento, erano presenti anche i sindaci Ciminelli di Amendolara, Mazzia di Roseto Capo Spulico, Mundo di Trebisacce, Santagada di Castroregio, Trebisacce di Nocara ed i rappresentanti del Gal Alto Jonio Cosentino “Federico II” e del Gal “Sila Greca”. – Tra gli interventi anche quello di Olga Kisseleva presidente dell’associazione “Italia-Russia – Cultura e Lingua senza Frontiere” con sede a Mandatoriccio.

13 set 2014

Elezioni provinciali: I piccoli e medi Comuni puntano alla Presidenza della Provincia di Cosenza. Percorso unitario su programmi e contenuti

Provinciali, la nuova legge elettorale dà ai piccoli e medi comuni dell’intero territorio, dallo Ionio al Tirreno, dalla Sila Greca al Pollino, dalla valle dell’Esaro e a quella del Crati, dalla Sila all’Arberia la possibilità concreta di poter arrivare all’elezione di un Presidente che non soltanto sia loro espressione ma, soprattutto, che possa costituire una più equilibrata garanzia rispetto alla soluzione delle numerose emergenze che accomunano, oggi soprattutto, le piccole realtà locali. Vi è già un sentire comune e preoccupazioni spesso condivise nel dover affrontare, nei diversi territori, questioni analoghe. Su questa esperienza che è già consolidata sul campo e sulla necessità di cogliere un’occasione importante, sia per invertire quelli che potrebbe apparire copioni politici scontati che per riequilibrare il peso complessivo della maggior parte dei piccoli centri della provincia, si sta coagulando in questi giorni tra diversi amministratori una consapevolezza degna di attenzione.
 
A darne notizia è l’assessore provinciale al governo del territorio Leonardo Trento per il quale vi sono tutte le condizioni positive perché i territori ed i piccoli comuni possano finalmente fare sintesi attorno un percorso unitario sulla lista dei 16 consiglieri e sul nome di un candidato Presidente che sia espressione di tutte le realtà provinciali.
 
Stiamo lavorando ad un progetto – aggiunge Trento – che vuole essere di fatto alternativo a quello messo più o meno esplicitamente in campo in queste ore dalle grandi città. Un percorso – precisa l’assessore – costruito sui contenuti programmatici, sul metodo e sulla necessità di puntare ad una rappresentanza il più possibile diffusa nella provincia e lontana dalla semplice aritmetica che la nuova legge purtroppo rischia di premiare. Il balletto emerso in questi giorni di nomi e di ipotetiche alleanze tra grandi città che in più di un'occasione in passato hanno dimostrato lontananza rispetto ai problemi dei territori è parso – continua – più come un scarno atto dovuto, di quel sindaco o di quel partito politico, solo per uscire dal silenzio o per evitare di esser considerati latitanti rispetto all’imminente scadenza elettorale. In ogni caso – va avanti l’assessore provinciale – non può certamente essere, quella emersa dalle dichiarazioni e candidature autonome di questi giorni, la strada corretta sulla quale convergere, a prescindere dal colore politico delle proposte. Serve che i territori stiano insieme. Noi crediamo – conclude Trento – ad un più esteso confronto su un progetto di più ampio respiro e più utile alle reali esigenze delle varie aree territoriali.

9 set 2014

Intervista de "L'Eco dello Jonio" del 5 settembre sulla candidatura alle prossime elezioni regionali

«Il territorio, dalla Sibaritide al Pollino, deve ritornare a essere rappresentato all’interno delle massime assisi calabresi, per affrontare questioni territoriali che, per la latitanza o la colpevole disattenzione dei rappresentanti di quest’area, si sono aggravate esponenzialmente. La dolosa spoliazione dell’offerta sanitaria, con la chiusura degli ospedali di Cariati e Trebisacce; il taglio dei pochi treni rimasti sulla linea jonica; le trivellazioni delle multinazionali del petrolio nello Jonio; l’esplosione della crisi dei rifiuti, dopo i vani tentativi di portare altre discariche nel basso Jonio; l’assenza di interventi per il dissesto idrogeologico e lo spopolamento inarrestabile dei centri montani, soprattutto della Sila Greca, sono solo alcune delle questioni urgenti da affrontare».
Così esordisce Leonardo Trento, con un lungo curriculum di amministratore alle spalle, nonostante la giovane età, e la passione politica nel DNA.
«Nel clima di incertezza totale, che caratterizza la politica calabrese – prosegue l’esponente politico – io do per certa la mia candidatura alla Regione! Spero soltanto che l’accordo Partito democratico-Partito Socialista Italiano, sotto il simbolo del PSE, che ha visto una straordinaria affermazione alle elezioni europee, possa essere riproposto anche per le prossime regionali. In questa cornice farò di tutto per essere candidato, da socialista, in una lista che si richiami al socialismo europeo».
Pensa che influiranno sulla prossima campagna elettorale le divisioni interne al Pd calabrese?
«Rischiano seriamente di farci perdere una elezione già vinta e di consegnare ad un centrodestra fallimentare, il governo della Regione. Purtroppo, in Calabria, il Pd dimostra di non essere un partito. Troppe lotte intestine lo distaccano dalla realtà dei territori e dai calabresi, che chiedono, ormai un improcrastinabile cambiamento. Le nuove generazioni, soprattutto, esigono serietà nell’affrontare i tanti problemi che la prossima Giunta erediterà e che sembrano spariti dal dibattito politico di queste settimane.»
Il rinnovamento basta solo predicarlo e scriverlo nei programmi, o deve riguardare anche le persone e i candidati?
«Io sono per il rinnovamento, anche e soprattutto, delle persone e dunque dei candidati. Tutti parliamo della necessità di mettere in campo un progetto concreto di cambiamento, capace di rivoltare e rilanciare la nostra Regione. Un tale progetto può essere portato avanti da chi è impelagato in logiche che poco hanno a che vedere con la Politica e che hanno ridotto la Regione nelle condizioni in cui oggi è? Vi è una parte di classe dirigente del passato che dovrebbe soltanto farsi da parte e invece è in pole position, solo per reiterare posizioni di potere autoreferenziali».
Se sarà eletto, quali saranno le sue priorità per la Sibaritide?
«La Sibaritide, ma anche il Pollino, sono stati esclusi da qualsiasi attenzione programmatoria, in questi ultimi anni di Reggio-centrismo alla Regione Calabria. Noi dovremo e sapremo invertire il modello fallimentare, imposto dall’ex governatore Scopelliti alla sua maggioranza, e mai contestato dai suoi consiglieri, inclusi quelli della Sibaritide. Il ripristino del diritto alla salute; un ripensamento dell’intero ciclo dei rifiuti, con l’introduzione di tecnologie innovative che consentano, con la raccolta differenziata, il superamento del conferimento in discarica; una radicale attenzione al mondo agricolo, incentivando il ritorno alla terra delle nuove generazioni; una inversione a U in tema di politiche per i turismi; l’impegno per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari e della metropolitana leggera fino a Crotone; una grande azione di riqualificazione, rivitalizzazione e promozione dei centri storici. Sono queste – conclude Trento –solo alcune delle priorità su cui metto la mia esperienza e la mia passione, al servizio dei cittadini di questa area e dei calabresi».
Insomma, Leonardo Trento mette nel calderone dei problemi di questi territori, tante questioni annose da affrontare, analizzare e risolvere. E quando fa riferimenti alla rappresentatività in Regione in questi anni, la stoccata non è nemmeno troppo velata.

4 set 2014

Sottrarre i Fondi Europei 2014-2020 alla burocrazia regionale. Formare subito una squadra di europrogettisti. La Regione Calabria unica assente (a caro prezzo) a Bruxelles

L’incapacità di una seria e lungimirante programmazione e spesa dei fondi comunitari rappresenta la fotografia più eloquente del plateale fallimento dell’uscente Giunta Regionale di centro destra. In questi ultimi anni è stata apposta una grave ipoteca sulle necessità e capacità di sviluppo della nostra regione. E ciò è accaduto sia per incompetenza sia per arroganza e superficiale menefreghismo: basti solo ricordare che è stata mantenuta a Bruxelles, nel centro del Quartiere Europeo, con un esoso costo mensile per le casse regionali, una sede di rappresentanza regionale vuota e priva di personale, funzioni e di qualsivoglia visibilità ed efficacia in sede comunitaria. Seppur dunque a caro prezzo, l’unica assente da tutti i punti di vista in questi anni a Bruxelles, a differenza di regioni virtuose come la Basilicata e la Puglia, è stata la Calabria!
È quanto dichiara l’assessore provinciale al governo del territorio Leonardo TRENTO, denunciando i ritardi, gli errori, la miopia politica e l’imperdonabile auto-isolamento prodotti dalla Giunta guidata dall’ex Governatore SCOPELLITI in tema di pianificazione ed utilizzo (mancati sia l’una che l’altro) delle ingenti risorse comunitarie destinate per il sessennio 2007-2013 alla Calabria.
Da una parte – dichiara – abbiamo sotto gli occhi i dati forniti nelle scorse settimane dal Dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica, aggiornati al 31 maggio 2014 che dipingono senza mezzi termini l’immagine complessiva di un intero Paese in affanno sulla programmazione e sulla spesa dei fondi strutturali (sono in gioco circa 61 miliardi di euro!), ma con numeri più che preoccupanti per le regioni del Sud e, tra queste per quelle che presentano i peggiori risultati, come la Calabria! Dall’altra – continua – c’è il doppio annuncio, fatto nei giorni scorsi dal Sottosegretario DEL RIO, sia sul paventato rischio che vengano definitivamente sottratti al Sud circa 12 miliardi di fondi europei destinati alla realizzazione di infrastrutture, sia sull’introduzione, nel decreto Sblocca Italia, del potere sostitutivo del Governo in tema di fondi strutturali, facendo scattare le prerogative del Presidente del Consiglio nel caso di inadempienze da parte delle Regioni nei casi previsti dall'art.120 della Costituzione. Tra le regioni più a rischio c’è ovviamente la Calabria! Uno scenario futuro a tinte fosche – prosegue – rispetto al quale nessun analogo ed ulteriore errore (per via di carenze di tipo organizzativo, mancata esecuzione dei progetti, inefficienze burocratiche, incapacità di presentare progetti valutati come appropriati) potrà essere commesso. Sarebbe intollerabile ed inaccettabile. – Il prossimo Governo regionale – scandisce TRENTO – dovrà misurarsi proprio su questa sfida, quella cioè della programmazione virtuosa e della spesa effettiva e di qualità dei fondi europei, incardinandovi un’autentica inversione ad U, capace essa sola di testimoniare il senso, il valore e la forza dirompente di una rottura radicale ed alternativa nei metodi e nei contenuti rispetto al centro destra. – A partire – continua l’assessore provinciale – da quella che, dopo 20 anni di pessimi risultati con tutte le giunte regionali succedutesi, appare ormai un’esigenza ed una triplice inevitabile condizione: 1) sottrarre la torta della prossima programmazione all’attuale inefficiente burocrazia regionale; 2) sostenere finanziariamente la formazione, a Bruxelles, di una élite di giovani e giovanissimi euro-progettisti ai quali affidarsi sia per la programmazione regionale generale, sia soprattutto per l’interlocuzione con i territori e presso le sedi comunitarie per i fondi diretti/a sportello; 3) nell’immediato, in attesa di poter contare su una nuova leva di euro-progettisti, preferire all’indennità per dirigenti e super dirigenti che hanno dimostrato tutta la loro incapacità, il più sicuro investimento in società di consulenza di comprovata esperienza e con sede a Bruxelles, per pianificare e gestire le nuove occasioni della programmazione 2014-2020.
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