Il Tribunale Amministrativo della Calabria, ha annullato il decreto autorizzativo emesso dalla Regione Calabria della discarica di Scala Coeli.
Con decreto pubblicato il 26 marzo il TAR Calabria si è pronunciato sul ricorso proposto dall’Agenzia del Demanio della regione Calabria ed ha disposto l’annullamento del decreto autorizzativo della discarica di rifiuti speciali non pericolosi di località Pipino nel comune di Scala Coeli.
Per il TAR Calabria sussiste anzitutto il periculum in mora posto che la realizzazione del progetto da parte del controinteressato potrebbe implicare modifiche alle consistenze dei beni oggi certamente demaniali.
La cosa gravissima è che la Bieco ha già iniziato i lavori di ampliamento infischiandosene totalmente dei ricorsi pendenti al tribunale amministrativo regionale della Calabria. Quello dell'Agenzia del Demanio e quello dell'Associazione Legambiente che, ricordo, aveva chiesto a tutte le Istituzioni del territorio di sostenere.
A proposito del ricorso di Legambiente, il consiglio comunale di Cariati, convocato dal gruppo consiliare di Cariati Unita, lo scorso 16 dicembre ha deliberato all'unanimità "di dare indirizzo al Sindaco ed alla Giunta comunale affinché valutino l’opportunità di un ricorso al TAR Calabria avverso il decreto n°14284/2019 di autorizzazione all’ampliamento della discarica di Scala Coeli". Richiesta fatta per fare pressioni istituzionali forti presso il TAR rispetto ad una discarica che da sempre la grandissima parte del Territorio non vuole e che, se realizzata, minerebbe per sempre la vocazione agricola e turistica dello stesso.
Come Gruppo di Opposizione avevamo chiesto con forza che il Comune di Cariati e tutti i Comuni del Territorio, che stranamente avevano disertato i lavori del Consiglio ad eccezione del Sindaco di Bocchigliero, Alfonso Benevento, proponessero ricorso al TAR Calabria contro il decreto autorizzativo di ampliamento della discarica di Scala Coeli.
Purtroppo, il sindaco facente funzioni del comune di Cariati e la giunta comunale, nonostante un mandato all'unanimità del Consiglio comunale, non hanno inteso proporre alcun ricorso al TAR e di tale scellerata scelta non hanno voluto informare ne i consiglieri comunali, ne i Cittadini di Cariati.
In data 28 gennaio, in qualità di Consigliere comunale, ho chiesto con nota inviata a mezzo PEC al sindaco e al presidente del consiglio comunale "di sapere se il Sindaco e la Giunta comunale hanno dato seguito al mandato ricevuto con deliberazione di Consiglio comunale n° 37/2019 ovvero, hanno valutato concretamente l’opportunità di proporre ricorso al TAR Calabria avverso il decreto n° 14284/2019 di autorizzazione all’ampliamento della discarica di Scala Coeli e se tale ricorso è stato o meno proposto".
Ad oggi, sono passati 60 giorni esatti dalla mia richiesta e nessuna risposta è arrivata dal sindaco, da qualsivoglia assessore e dal presidente del consiglio comunale. Tutto ciò, è in netta violazione con il Decreto Legislativo n.267/2000 che all’articolo 43 prevede l’obbligo per il Sindaco o gli assessori da esso delegati di rispondere entro trenta giorni alle ad ogni istanza presentata dai consiglieri.
Evidenzio ahimè, che questa non è la prima volta che nessuna risposta è arrivata su interrogazioni e richieste presentate al sindaco di Cariati e al presidente del consiglio comunale da noi Consiglieri comunali di opposizione. Il tutto in barba alla tanto decantata trasparenza amministrativa, di mera facciata, che in ogni occasione la sospesa sindaca di Cariati sbandiera ai quattro venti.
La posizione assunta dal sindaco facente funzioni e dall'intera giunta comunale di Cariati rispetto al ricorso al TAR Calabria contro il decreto autorizzativo di ampliamento della discarica di Scala Coeli, nonché, il silenzio tombale che hanno, di proposito, calato su questa vicenda conferma, ancora una volta, l'assoluta incapacità politica di chi continua a stare comodo a palazzo Venneri senza produrre nulla di positivo per i Cittadini e per il Territorio.
Mi auguro che sia il ricorso dell'Agenzia del Demanio, che quello di Legambiente possano essere accolti dal TAR Calabria, e che si possa porre fine ad una vicenda squallida e vergognosa nella quale anche quelli che da sempre predicano bene e poi razzolano male hanno le loro responsabilità .